A cura dell’Avv. Mattia Cornacchia – Diffamare il proprio datore di lavoro con frasi offensive su Facebook e sugli altri social può costare caro: secondo la Cassazione in questi casi è legittimo il licenziamento per giusta causa.
Anche se nel post non viene indicato espressamente il nome del datore di lavoro, il licenziamento è giustificato in quanto il destinatario della denigrazione è facilmente identificabile.
Queste le motivazioni degli ermellini “attraverso l’uso di una bacheca Facebook integra un’ipotesi di diffamazione per la potenziale capacità di raggiungere un numero indeterminato di persone”.
Attenzione quindi: quello che si pubblica sui social (fotografie incluse), può essere rischioso, come già discusso in Instagram e Facebook: cosa si rischia nel pubblicare alcune foto.